Il mercato delle bibite analcoliche in Italia

In Italia, il mercato delle bibite analcoliche ingloba una vasta gamma di prodotti, comprendenti principalmente: acque minerali, bevande gassate, succhi di frutta, the freddi, bevande isotoniche ed energetiche. La caratteristica che accomuna questi prodotti è l’assenza di alcol, che permette loro di rivolgersi a un pubblico eterogeneo, che spazia dai giovani agli adulti.

Oggigiorno, il mercato delle bevande analcoliche è fortemente influenzato dalle tendenze salutiste ed innovative che rimodellano il panorama nazionale. Nel luglio del 2024, la Grande Distribuzione Organizzata ha venduto il 4% in meno di bibite gassate e il 2,5% in meno di the freddo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nonostante questo andamento relativamente negativo, l’industria delle Bevande Soft si è dimostrata in grado di reagire e contrastare queste tendenze, attuando soluzioni commerciali innovative.

Spinti da una crescente consapevolezza, i consumatori italiani ricercano sempre di più l’assenza di alcol nella quotidianità. L’obiettivo è quindi quello di offrire prodotti gustosi e di alta qualità, che siano in grado di soddisfare anche i consumatori più esigenti. Tra le ultime tendenze, nei carrelli dei consumatori italiani si predilige l’acquisto di Energy Drink, integratori salini e acque aromatizzate, una categoria che ha superato i 100 milioni di euro di venduto. Inoltre, anche le bevande piatte e naturali sembrano essere maggiormente predilette rispetto a quelle gassate.

Coca-Cola HBC Italia e San Benedetto sono tra i principali produttori del mercato, mentre marchi come Sanpellegrino e Spumador offrono un ampio portafoglio di prodotti, spaziando dalle acque minerali alle bibite gassate. In particolare, le bibite al gusto agrumato, come limonata, aranciata, le cedrate o i chinotti, continuano a riscuotere successo, grazie alla loro associazione con il Made in Italy. A livello territoriale, oltre quattro attività su dieci (43,7%) sono situate nel territorio meridionale della penisola. Tuttavia, la Lombardia rimane la regione italiana con la più alta concentrazione di imprese del settore, che ammonta al 12,9% del totale, seguita da Campania, Sicilia e Lazio.